Il Museo BeGo Benozzo Gozzoli è di recente costruzione: destinato a ospitare gli affreschi di due celebri tabernacoli, ovvero due strutture murarie a forma di edicola con volte dipinte e posizionate lungo assetti viari, staccati a fine anni Sessanta, restaurati e conservati a Firenze in attesa di ricollocazione, si configura attualmente come un centro per l’approfondimento e la valorizzazione del patrimonio della Valdelsa con una particolare attenzione al tema dell’accessibilità. Attraverso i dipinti e i disegni preparatori per il tabernacolo della Madonna della Tosse e della Visitazione si sperimentano percorsi e approfondimenti riguardanti il contesto del Rinascimento italiano e toscano, così da godere tangibilmente dell’esperienza artistica e incrementando la qualità della vita.
Il Museo Benozzo Gozzoli è un museo unico per la tipologia di opere che contiene. Il contesto è il Quattrocento fiorentino, quindi la base del Rinascimento, come si evince dagli affreschi di scene religiose e relative sinopie che qui si conservano. Il museo è di dimensioni ridotte, così che lo spazio si concentra in un’unica ampia sala con una scala e un ascensore che porta al piano superiore per vedere ancora da più vicino gli affreschi. Essendo un piccolo museo non ci sono distrazioni e disturbi percettivi, come rumori di sottofondo o sovraffollamento. Qui il caregiver è invitato ad accompagnare il visitatore vicino ai tabernacoli e osservare le scene rappresentate.
Visita guidata
Bagni accessibili
Sono un educatore del Centro Diurno Casa di Ventignano di San Pierino a Fucecchio. È nostra abitudine sondare il territorio in cerca di nuove attività da proporre agli ospiti della nostra struttura, cercando di introdurre nuovi lavori. È stato proprio durante una di queste ricognizioni che ci siamo imbattuti nel progetto Museo per Tutti di L’abilità Onlus e ce ne siamo interessati, scaricando il materiale disponibile e organizzando una visita guidata. Siamo rimasti piacevolmente colpiti: il progetto influisce su tutti a livello di benessere/piacevolezza e su alcuni c’è anche la possibilità di apprendere e aumentare le loro conoscenze, ma soprattutto riusciamo a stimolare la curiosità. Certo, ognuno ha le sue ricadute, ma ciò che ha fatto la differenza è la possibilità di partecipare. Normalmente i musei non strutturati con progetti appositi non sono ambienti che possono essere frequentati da ragazzi con autismo, ma qui risultati sono stati inaspettati e di certo le visite rientreranno tra i percorsi terapeutici e di integrazione sociale della Casa di Ventignano.
Grazie!
P.s. Uno dei ragazzi, dopo aver partecipato alla visita, al ritorno ha detto di voler dipingere un quadro per il museo… E così ha fatto!